29.01.2014

Marchi storici: Sandali “non devono essere taxi per falso made in Italy”

Roma – “Il vero made in Italy nell’olio extra vergine di oliva non ha posizioni di retroguardia, almeno nel nome, ma stenta a decollare nel vissuto dei consumatori e negli orientamenti di acquisto”. Ne è convinto Pietro Sandali direttore generale di Unaprol e Capo Area economica di Coldiretti che aggiunge: “la legge Mongiello sul salva olio made in Italy ne è la prova evidente. Una legge approvata all’unanimità dal Parlamento che una minoranza di interessi sostenuti dalla cattiva rappresentanza del settore ha tentato di mettere in discussione dal primo giorno della sua approvazione. Purtroppo per loro – sottolinea Sandali, alla Camera dei Deputati, durante la presentazione del libro di Extraverginità di Tom Mueller – la legge c’è ed è in vigore perché fa bene al vero made in Italy e gli attacchi del New York Times al falso olio di oliva spacciato fraudolentemente sul mercato statunitense come made in Italy confermano quanto si debba ancora investire per informare correttamente il consumatore senza indurre in allarmi che il più delle volte rispondono ad interessi estrani al mondo della produzione e che nulla hanno a che fare con un’informazione corretta”. 
La presenza all’interno della stessa categoria dell’olio di tante tipologie di prodotti genera nel consumatore una confusione in cui, spesso, vince solo la logica del prezzo. Nelle fasce medio – basse la competizione si gioca fra aziende di grandi dimensioni, in alcuni casi di multinazionali che hanno acquistato marchi italiani. Nella stessa fascia di prezzo agiscono anche aziende di medie dimensioni che, a volte, detengono marchi storici e molto noti. Nello stesso contesto si inseriscono le private label che hanno una presenza significativa a scaffale e rappresentano per il consumatore una gamma garantita dal marchio dell’insegna. “Un tutti contro tutti – sottolinea Sandali – che ha finito con il danneggiare il settore rendendo tutti più poveri. Tant’è che da tempo le principali multinazionali del settore sono crisi. “Forse – ha aggiunto Sandali più che svendere i marchi storici del Made in Italy dell’olio di oliva bisognerebbe pensare ad un progetto coraggioso che miri a   riacquistarli riportando la proprietà in Italia perché non siano solo un taxi sul quale far viaggiare con la targa made in Italy l’olio extra vergine di oliva che non è prodotto in Italia”.   

Le dichiarazioni degli onorevoli Mongiello e Oliverio e del T. Col. De Franceschi (CFS)

On. Colomba Mongiello: Nel settore dell’olio d’oliva siamo riusciti a costruire un sistema di regole sull’etichettatura e ad introdurre sanzioni penali e finanziarie più severe decidendo di essere più rigorosi dell’Europa, più disciplinati dell’Europa, più accorti dell’Europa. Ecco perché in Europa non ci capiscono, non ci vogliono capire. Per una volta siamo noi, l’Italia, il modello da copiare per rendere più equo, trasparente, legale un mercato in cui hanno avuto troppo peso i Paesi che il cibo non lo producono e le aziende che hanno speculato sulla debolezza degli agricoltori, l’inefficacia delle norme, l’opacità delle filiere produttive.

On. Nicodemo Oliverio: Il Parlamento si è attivato per articolare norme e sanzioni adeguate alla tutela del made in Italy. Mentre noi proponiamo le etichette che valorizzano l’origine, però, altri avanzano l’etichettatura semaforica per continuare a regolare il traffico commerciale a proprio uso e consumo; arrivando anche a spacciare per ‘insani’ alimenti che, al contrario, garantiscono salute e vita. Alimenti che compongono la Dieta Mediterranea, dichiarata patrimonio dell’umanità perché sintesi di una cultura millenaria e presidio salutistico ben più importante di tanti farmaci in commercio.

T. Col. Amedeo De Franceschi: Sono state di importanza straordinaria per le attività di contrasto alla contraffazione nel settore oleario le previsioni contenute nel capo IV della legge 9 del 14 gennaio 2013. In particolare per quanto attiene al rafforzamento degli istituti processuali e investigativi con l’estensione ai reati connessi agli artt 515, 516 e 517 quater dell’ausilio di intercettazioni o comunicazioni telefoniche, in quanto come è noto agli addetti ai lavori non esiste al momento nessuna analisi forense che sappia discriminare tra miscele legali e miscele illegali ovvero realizzate con olio lampante o deodorato. È stato inoltre il primo provvedimento che ha recepito sul territorio nazionale alcuni divieti previsti dalla normativa comunitaria  dal 2009  ad oggi ovvero da quando è stato introdotto l’obbligo dell’origine in etichetta, come ad esempio quelli contenuti nel capo II della legge relativi alle caratteristiche organolettiche degli oli in etichetta non previsti dalle norme comunitarie.

 

Attività operativa del Corpo forestale dello Stato nel settore agroalimentare e agro ambientale per l’anno 2013

Reati accertati

Persone segnalate all’Autorità Giudiziaria

Sanzioni amministrative

Importo notificato

Controlli effettuati

Operazioni complesse

175

204

1039

4.794.350

6.653

53