Roma – L’Italia è il secondo paese per volumi importati dalla Russia di olio di oliva. Nel primo quadrimestre del 2014 le importazioni di olio di oliva in generale dall’Italia sono cresciute del 31,7% in quantità passando da 1,356 tonnellate del 2013 a 1.785 tonnellate del 2014. Segno positivo lo si registra anche in termini di valore. L’Italia porta a casa un +45% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; nel primo quadrimestre del 2014 le importazioni sono cresciute fino a 7 milioni e 200mila euro nel primo quadrimestre contro i 5milioni scarsi di euro dello stesso periodo del 2013.
“Le prove di muscoli – afferma Pietro Sandali direttore generale di Unaprol – non aiutano la distensione e la ripresa del dialogo. E’ chiaro – ha poi aggiunto – che si tratta di un colpo basso che priva principalmente i consumatori russi di un prodotto di qualità come è quello italiano”. Il ministero della salute russo, infatti, raccomanda l’uso dell’olio di oliva e le qualità medicamentose del prodotto trovano una conferma dal fatto che in Russia in molte farmacie venga venduto e lo si venda bene. Segno ha aggiunto Sandali che c’è un’evoluzione verso l’altro dei comportamenti di acquisto dei consumatori Russi che lo preferiscono, anche se costa di più, al burro e all’olio di semi di girasole”.
In Russia nelle famiglie alto spendenti, nella lista della spesa l’olio viene subito dopo il vino e prima dei formaggi. Il mercato russo, secondo l’osservatorio economico di Unaprol, è difficile da conquistare perché ha un territorio molto vasto dove convivono diverse etnie. Ottantanove “distretti federali” che si suddividono in 21 repubbliche autonome; 37.000 km di coste dal Pacifico all’Artico e una popolazione di circa 140 milioni di abitanti tra russi, tartari, ucraini, baschiri, kazaki ed altre etnie minori. Anche se le aspettative di vita rimangono basse: 60 anni per gli uomini, 73 anni per le donne la popolazione russa è molto giovane: il 71.8% si trova infatti nella fascia fra i 15 e i 64 anni. In una recente indagine tra i consumatori moscoviti, utilizzata da Unaprol, risulta che oltre il 40% di essi associa al termine gustoso i prodotti enogastronomici di provenienza italiana e per il 25% quello italiano è prodotto di alta qualità.
“Il provvedimento di Putin afferma Sandali finirà per avere ripercussioni sul sistema della ristorazione della capitale con i suoi oltre 800 ristoranti, un terzo dei quali acquista periodicamente prodotti di alta qualità e tra questi: olio extra vergine di oliva, vino e formaggi”. Attualmente il consumo procapite annuo di oli di varia natura è pari a 10 kg. Di questi quello dell’olio di oliva, in Russia, è pari a 195-200 grammi ad abitante. Si tratta ha riferito Pietro Sandali di un mercato in forte espansione dove vi sono enormi potenzialità di crescita della domanda dell’olio extra vergine di altra qualità italiana”.
Roma 07 agosto ’14

