La Regione Puglia ha siglato un importante protocollo d’intesa con Agea, mentre si appresta ad avviare tutte le misure d’attuazione del piano per la rigenerazione olivicola del suo territorio. Si tratta di uno strumento strategico che vale 300 milioni di euro, a favore di un’olivicoltura duramente colpita in questi anni dalla Xylella fastidiosa. Rapidità, trasparenza ed efficienza dei controlli dovranno essere le parole d’ordine al fine di mettere gli olivicoltori in condizione di ricominciare a produrre al più presto.
“È necessario – precisa il Presidente di Unaprol David Granieri – semplificare i processi di domanda, di erogazione e di controllo degli aiuti, al momento esclusi dal protocollo d’intesa con Agea. Questo è tecnicamente possibile utilizzando i dati e le tecnologie già nella disponibilità dell’organismo pagatore che possono garantire la correttezza di esecuzione ed il monitoraggio, difficilmente realizzabili se non utilizzando i metodi avanzati di fotointerpretazione che le nuove tecnologie di intelligenza artificiale permettono.
È altrettanto necessario vigilare, in tutto il Paese, sulla costituzione di monopoli per la produzione e commercializzazione di varietà di olivo tolleranti/resistenti per evitare dannose speculazioni a danno agli olivicoltori e attuare tutti i controlli per assicurare la corretta messa a dimora delle piante per le quali è stato concesso il contributo e la successiva adozione di cure colturali che ne consentano l’attecchimento e lo sviluppo. Siamo contrari a qualsiasi aggregazione che si costituisca al solo scopo di realizzare i progetti collettivi, come previsto dal bando per il reimpianto degli olivi in area infetta, e ci aspettiamo controlli adeguati a tutela degli olivicoltori.
Xylella non è solo un problema pugliese, ciò che sta accadendo in Puglia – nel bene e nel male – deve farci riflettere su tutta l’olivicoltura nazionale, sulla necessità di ripensare e sviluppare un modello olivicolo italiano che possa riacquisire competitività e capacità produttiva, ma sempre tenendo a mente e valorizzando i tratti distintivi della nostra olivicoltura: diversità varietale, sostenibilità ambientale, identità paesaggistica, storica e culturale.”