03.03.2010

Dietro crisi di prezzo mancato allineamento normativa UE verso origine obbligatoria

Roma –  “In tempi di crisi di prezzo per l’olio extra vergine di oliva, lo Stato italiano si appresterebbe ancora una volta ad autorizzare il traffico di perfezionamento attivo (TPA)”. Lo denuncia Massimo Gargano presidente di Unaprol che sull’argomento chiede l’intervento del ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Luca Zaia.

Il traffico di perfezionamento attivo è una procedura comunitaria attraverso la quale si consente la temporanea importazione di oli da lavorare nel nostro paese che poi verrebbero esportati nei paesi terzi.

E’ possibile autorizzare il traffico di perfezionamento attivo solo in presenza di particolari situazioni di mercato. Ovvero quando vi sia, a livello comunitario, scarsità di prodotto da avviare sui mercati,  oppure si registri un differenziale di prezzo troppo elevato tra prodoto comunitario e quello dei paesi terzi.

“Non credo che si siano verificate condizioni tali da giustificare la convenienza della temporanea importazione da paesi extracomunitari senza intaccare il principio della preferenza comunitaria”. Sottolinea Gargano presidente di Unaprol che chiede al ministro di accendere i riflettori su una pratica che consente agli uffici delle Dogane e del Mipaaf stesso di rilasciare mediamente ogni anno autorizzazioni per oltre 100 mila tonnellate di oli da  importare in Italia per essere lavorate.

“Si tratta di un quinto dell’intera produzione olivicola italiana – sottolinea Gargano che aggiunge – la pratica del TPA è regolata da un vecchio regolamento comunitario del 2001 che consente di attribuire l’origine del prodotto in base all’ultima trasformazione sostanziale. E’ pacifico – conclude Gargano – che questo regolamento mal si concilia con il Regolamento CE 182/2009 sull’indicazione origine obbligatoria in etichetta”

Tutto ciò avviene in un momento di grande crisi di prezzo per il settore olivicolo nazionale e non è difficile intravedere nel mancato allineamento delle normative a livello comunitario  la possibilità di aggirare il sistema per importare, con la pratica del TPA oli di qualità diverse, che poi potrebbero diventare fraudolentemente olio extra vergine di oliva made in Italy.

Unaprol chiede al Mipaaf di: valutare attentamente se dietro questo tipo di concessioni non si nascondano le cause dell’origine dei prezzi troppo bassi del prodotto in Italia; far rispettare la normativa sull’origine obbligatoria, anche attraverso l’impiego degli ultimi venti ispettori dell’Ispettorato centrale della qualità e della repressione frodi (ICQRF) diplomati assaggiatori con il corso di secondo grado di Unaprol; sollevare a Bruxelles il problema dell’allineamento della normativa comunitaria orientandola verso l’origine obbligatoria .

“Non si può ha concluso Gargano da una parte garantire trasparenza ai consumatori con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto e dall’altra consentire pratiche di perfezionamento attivo che rispondono a tutt’altre logiche ed interessi estranei ai consumatori ma anche alle imprese del vero made in Italy”.    

 

Roma, 4 marzo 2010