14.03.2014

ORCIOLO D’ORO PREMIO PIU’ ANTICO CHE PREMIA ANCHE QUALITA’ TRACCIATA

Pesaro – All’Orciolo d’Oro edizione 2014 stravince la Puglia, che da sola si aggiudica 6 premi. Buona anche la prestazione di Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo, Toscana, Campania e Sicilia con 2 premi ciascuno. Sul versante internazionale vince la Spagna come nazionale con il più alto numero di oli stranieri in gara. Lunedì pubblicheremo l’elenco completo dei vincitori del premio “L’Orciolo d’Oro 2014”
L’Orciolo d’oro si conferma punto di riferimento per l’olivicoltura di qualità italiana e del Mediterraneo. Circa 400 gli oli extra vergine di oliva nel 2014 provenienti anche da Spagna, Portogallo, Grecia, Slovenia e Croazia. “La qualità degli oli selezionati per questa 23^ edizione è stata eccellente – afferma Giulio Scatolini capo panel di Unaprol, che ha presieduto come tale il concorso internazionale che dedica una sezione agli oli tracciati di alta qualità Unaprol. L’eccellenza delle produzioni in gara, specialmente quelle italiane è stata inversamente proporzionale all’andamento climatico avverso che ha contraddistinto la campagna 2013/2014. “Ciò – ha aggiunto Scatolini – dimostra il grado di maturità raggiunto dalle aziende del  settore in Italia capaci di recuperare in favore dell’alta qualità situazioni che normalmente non aiutano il settore a primeggiare sui mercati di tutto il mondo”. Gli oli tracciati di altra qualità saranno premiati nel corso di una cerimonia che si svolgerà presso lo stand di Unaprol al Sol di Verona.

 
Le cifre dell’olivicoltura marchigiana

L’olivicoltura marchigiana affonda le sue radici nel periodo medievale, più precisamente nel periodo delle Signorie, quando era venduto come prodotto di pregio, soprattutto ai commercianti veneziani e a Firenze.
Gli ultimi dati disponibili di fonte Istat evidenziano che il comparto copre una superficie pari a circa  9.500 ettari, mentre la produzione di olive da olio si attesta intorno alle 29.000 tonnellate. Quasi il 17% della superficie olivetata è coltivata con metodi di produzione biologica.

 

Distribuzione provinciale della superficie e della produzione di olive (anno 2012)

tabella Orciolo

Fonte: elaborazione Unaprol su dati Istat

 

Rispetto alla dimensione provinciale, si registra una differenziazione abbastanza marcata tra le varie superfici ad olivo, con due Province, Ascoli e Macerata, più coinvolte nella coltura con il 32% e il 25%, seguite dalle province Ancona col 18%, Pesaro e Urbino con il 9% e Fermo con il 17%.

Sono presenti in Regione due DOP, rispettivamente per l’olio nella provincia di Pesaro e Urbino (Cartoceto) e per le olive da tavola nella provincia di Ascoli (Ascolana tenera).

La produzione di olio di oliva nelle Marche, per la campagna 2013/2014, si è attestata intorno alle 3700 tonnellate, con  una contrazione  pari al 10% rispetto ai livelli raggiunti nella precedente campagna.   La produzione dell’olio extravergine d’oliva Cartoceto DOP è ancora molto esigua a causa, essenzialmente, della ristrettezza dell’areale. Si tratta di una produzione di nicchia, il cui valore aggiunto è molto elevato, per sviluppare la quale si potrebbe chiedere l’ampliamento dell’areale attraverso la modifica del disciplinare. I dati Agea relativi alla prima trasformazione mostrano che a giugno 2013 sono risultati attivi 193 stabilimenti, di cui 76 solo frantoi, 10 confezionatori e 107 frantoi anche confezionatori. Il livello di integrazione verticale, quindi, appare abbastanza alto.



Azioni di miglioramento della filiera

La filiera marchigiana presenta tutte le caratteristiche dell’eccellenza. I limiti sono ravvisabili soprattutto in una struttura poco organizzata e in un bisogno di formazione più qualificata.

Bisognerebbe operare in maniera sinergica per:
 

  • – adeguare le strutture aziendali al fine di migliorare la qualità anche in termini di sicurezza e sostenibilità ambientale;
  • – incentivare le aziende olivicole a sviluppare sistemi di certificazione della qualità;
  • – favorire una maggiore integrazione tra le diverse componenti della filiera;
  • – sviluppare adeguate competenze specialistiche attraverso l’assistenza tecnica e la formazione;
  • – incentivare il recepimento di innovazioni di prodotto e di processo per adeguare il prodotto alle esigenze del mercato in termini di qualità, sicurezza e sostenibilità ambientale;
  • – razionalizzare e modernizzare le strutture di conservazione e trasformazione;
  • – informare i consumatori sulle caratteristiche qualitative dei prodotti.

 
Per quanto riguarda l’olivicoltura da mensa, il processo di valorizzazione nella Regione è stato avviato di recente con la costituzione della DOP Oliva ascolana tenera. L’attività di certificazione, iniziata nel 2006, resta comunque ancorata ad una nicchia di mercato. Il problema principale è rappresentato dalla scarsa disponibilità di materia prima che dipende dalla mancanza di oliveti specializzati e dall’estrema frammentazione dell’offerta. In realtà produttive marginali, come sono la maggior parte delle aziende produttrici di oliva ascolana tenera, anche costi di certificazione relativamente bassi, come quelli previsti dal regolamento dei controlli attualmente in vigore, vengono percepiti come troppo elevati. Per sviluppare tale prodotto pertanto occorrerebbe favorire l’impianto di nuovi oliveti specializzati, fornire un sistema di tracciabilità che consenta di semplificare gli adempimenti a carico dei singoli aderenti alla filiera, intervenire sui costi della certificazione.
                                          
torta orciolo

Fonte:. Elaborazione osservatorio economico di UNAPROL su dati Istat

 

Pesaro, 14 marzo 2014Pesaro – All’Orciolo d’Oro edizione 2014 stravince la Puglia, che da sola si aggiudica 6 premi. Buona anche la prestazione di Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo, Toscana, Campania e Sicilia con 2 premi ciascuno. Sul versante internazionale vince la Spagna come nazionale con il più alto numero di oli stranieri in gara.