07.04.2011

Unaprol, Italia produce eccellenze. Consumi mondiali salgono a 3mln tonn.


Verona – Aumenta la competizione nel settore dell’olio di oliva e il mercato italiano si segmenta verso l’alta qualità certificata e garantita. E’ quanto emerge al SOL di Verona dove in occasione della  prima guida Gambero Rosso – Unaprol realizzata con il sostegno del Ministero del Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Il consorzio olivicolo italiano ha presentato lo scenario economico del settore olivicolo a livello mondiale.

Dal rapporto Unaprol emerge che la Ue mantiene la leadership all’interno del settore, con una quota di produzione che si attesta al 72% sul totale mondiale. Spagna, Italia e Grecia sono i primi tre produttori ed esportatori a livello mondiale. Sul fronte dei consumi, gli  Stati Uniti sono il secondo Paese importatore dopo l’Italia. Si aprono, intanto, nuovi mercati come Cina e India oltre al Giappone, che rappresenta uno sbocco consolidato.

L’Argentina, con 17 mila tonnellate, sta aumentando l’export  verso gli Stati Uniti; il Cile migliora sul piano qualitatito le sue produzioni e la Tunisia si conferma secondo paese per superficie olivetata nel continente africano.

A livello nazionale si contano circa 780 mila aziende, di cui circa 10 mila con olive da mensa ed un milione di ettari di superficie olivetata. La produzione olivicola è principalmente concentrata nelle regioni del Sud, mentre al Centro Nord è più marcata la fase della prima trasformazione. Essenzialmente la produzione di extravergine copre, a seconda delle annate, circa il 60% del totale; una quota limitata a circa il 2% del totale è da attribuire alle Dop.

Per quanto concerne i consumi regge bene l’extra vergine. Le vendite dirette al frantoio incidono per circa il 25% sulle vendite totali, quella porta a porta assorbe il 5%; la distribuzione moderna copre oltre il 60%, e al suo interno le private label rappresentano il 18% delle vendite.

Segnali positivi anche dai consumi mondiali, che salgono secondo le stime del COI, il Consiglio Olieicolo Internazionale, a 3 milioni di tonnellate, grazie anche all’introduzione dell’olio di oliva in Paesi nuovi consumatori.

L’Italia si conferma il Paese delle eccellenze come dimostra l’ultima edizione del concorso Sol d’Oro i cui primi premi sono stati assegnati solo ad aziende italiane. All’eccellenza del made in Italy è dedicata la prima guida gli oli d’Italia: i migliori extra vergine realizzata da Gambero Rosso e Unaprol.  74 gli oli che hanno conquistato le Tre Foglie, il massimo punteggio della guida riservato ai prodotti eccellenti, con profumi e sapori straordinari, e che rispettano in tutto e per tutto il disciplinare Unaprol I.O.O% Qualità Italiana, i cui stretti parametri chimici e organolettici garantiscono al consumatore provenienza e qualità. Tra questi, un’acidità inferiore a 0,4% e un contenuto di polifenoli – importanti sostanze antiossidanti e garanzia di longevità dell’olio – superiore a 200 mg/kg.

“La tendenza che si sta manifestando – ha riferito Massimo Gargano – è quella di un gap evidente fra le quotazioni italiane e quelle spagnole in particolare. La differenza media tra tali quotazioni nel periodo  2007-2010 è di 54 centesimi. Nei primi due mesi, invece, il divario è salito e sfiora quasi l’euro (97 centesimi). Merito – ha poi aggiunto dell’etichettatura obbligatoria”.

Il primato va alla Toscana con ben 16 Tre Foglie, seguita dall’Umbria con 15. Nove, invece, gli oli con il massimo dei voti dalla Puglia. Seguono Campania con 7, Sicilia con 6, Lazio con 4, Sardegna e Abruzzo con 3, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche con 2 e Liguria, Veneto e Molise con 1 ciascuno.

Venticinque invece i premi di I.O.O% alta qualità tracciati Unaprol consegnati ad altrettante imprese che si sono particolarmente distinte nel raccontare la storia dell’eccellenza olearia italiana.

“Nonostante questi primati  – ha riferito il presidente di Unaprol Massimo Gargano – c’è chi preferisce approvigionarsi di olio sui mercati esteri a scapito del prodotto di origine italiana anche se garantito da percorsi di tracciabilità e di alta qualità.

Se nel 2010 si registra un incremento dell’export del Made in Italy  pari al 16,7% rispetto allo stesso periodo del  2009, nei primi due mesi del 2011 con l’aumento delle importazioni di olio straniero si rischia di distruggere il valore generato dal prodotto di origine di I.O.O% alta  qualità italiana.

“Per questo ha concluso Gargano bisogna mantenere sul territorio italiano le risorse per gli investimenti prima che vengano distratti da altre emergenze estranee al mondo dell’olivicoltura”.

 

Verona , 8 aprile 2011