11.11.2009

Unaprol, produzione in calo, ma qualità esalta eccellenza 2009/10

Roma –   Cala del 15% circa la produzione della campagna olivicola ed olearia 2009-2010. E’ quanto emerge dalle anticipazioni sul monitoraggio delle stime Unaprol e Aifo, svolte con il coordinamento dell’Ismea e in corso di pubblicazione, che annunciano una diminuzione rispetto alla precedente annata di carica. La flessione non è omogenea; presenta connotazioni diverse a livello regionale ed è più marcata nelle regioni centrali. Le cause sono da ricercarsi in condizioni climatiche diverse che hanno influenzato e condizionato le fasi di  maturazione delle olive.

La minore produzione di olio extra vergine è però inversamente proporzionale alla qualità del prodotto che si presenta con punte di eccellenza ben distribuite in tutta la Penisola. Il clima caldo e secco, che non ha favorito lo sviluppo di malattie, alternato a piogge che hanno consentito alle piante di accumulare una buona riserva idrica completano il profilo di una campagna che si confronterà per la prima volta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dell’olio extra vergine di oliva. Un test importante per il mercato e per i consumatori.

 
La produzione nel dettaglio delle principali regioni

Puglia –  In calo la produzione  nel  Salento, mentre al Nord della regione la situazione lascia intravedere una produzione superiore ai livelli raggiunti nella precedente campagna. Nel Barese e nel Foggiano, si prospetta un’annata positiva anche dal punto di vista qualitativo, da attribuire altresì alla consuetudine sempre più diffusa di anticipare i tempi di raccolta.

Calabria – la situazione si presenta a macchia di leopardo. Annata di scarica nella provincia di Reggio Calabria con una maggiore flessione nella Locride, nella piana di Gioia Tauro, nel Cosentino e Catanzarese. In controtendenza invece la provincia di  Vibo Valentia dove si prevedono livelli produttivi in crescita, soprattutto nella zone interna.

In Sicilia, buoni livelli qualitativi  con volumi ridotti. In calo le produzioni delle province di Agrigento, Trapani, Siracusa, Ragusa. Catania e Messina presentano un discreto incremento di produzione.

In calo la produzione di Toscana, Lazio, Umbria e Marche dovuta anche all’anticipo della raccolta per preservare la qualità del prodotto.

Nel Nord della penisola si evidenziano invece prospettive produttive positive in Liguria e pressoché stabili nelle zone del Garda.

 
Note sul mercato

La performance produttiva attesa al ribasso, si inserisce in un quadro di mercato abbastanza delicato. Da oltre due anni, infatti, i listini all’origine, italiani ed esteri appaiono in flessione, fatta eccezione per la breve parentesi tra giugno e settembre.

Da qualche settimana ha fatto il suo ingresso sul mercato “l’olio novello” e si sono riscontrati alcuni timidi segnali di miglioramento delle quotazioni.

In linea generale, però, il mercato continua a mostrare un atteggiamento cauto con quotazioni sostanzialmente in flessione.

 
Flash sull’estero

Per la Spagna la produzione dovrebbe attestarsi intorno a 1,2 milioni di tonnellate. Grecia e Turchia dovrebbero raggiungere risultati produttivi superiori a quelli della scorsa annata. A livello di listini si evidenzia una situazione di scambi ridotti e quotazioni sostanzialmente stabili, ma con tendenza spiccata al ribasso.

 
Commento

La nuova campagna dell’olio di oliva non ha portato alcun giovamento al mercato iberico. Mentre in Italia si è registrato un aumento di interesse della domanda e prezzi in crescita per l’olio extravergine novello, in Spagna regna una calma piatta. Nelle principali piazze andaluse di Malaga, Granada e Jaen infatti i prezzi dell’olio extravergine di oliva, dell’olio lampante e dell’olio di oliva e di sansa raffinato sono praticamente identici senza alcun premio per le categorie qualitativamente superiori.

La continua spinta ad abbassare il costo di produzione e riciclare tutti gli scarti, l’assenza totale di controlli, l’asservimento a logiche di penetrazione commerciale ad ogni costo nei nuovi paesi consumatori non consente alle imprese spagnole di remunerare il proprio reddito aziendale.Gli olivicoltori iberici sono infatti scesi in piazza e nuove manifestazioni di protesta sono indette per i prossimi giorni.

 

Roma 12 novembre ’09