Occorre rendere i procedimenti fluidi e facilmente fruibili per rilanciare l’olivicolura
Nonostante i 5000 posti di lavoro persi e il netto calo della produzione a causa della xylella (-80% in Salento), la metà delle risorse stanziate per la rigenerazione olivicola resta al palo, ma l’avanzata del batterio, grazie agli interventi degli agricoltori, rallenta rispetto al recente passato.
È quanto denunciato da Unaprol durante la sessione di EVOOTRENDS dedicata al grave problema che da ormai diversi anni affligge l’olivicoltura pugliese e italiana.
A distanza di 18 mesi dalla pubblicazione del Decreto Interministeriale del 06/03/2020, il meglio noto Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, risultano ancora da spendere 134 milioni di euro sul totale delle risorse stanziate, destinate finora soprattutto alle calamità, mentre sono rimasti inattuati gli interventi che avrebbero dovuto consentire agli agricoltori di ricominciare a lavorare e a produrre.
In particolare, è stato finanziato il 6% delle istanze di espianto e reimpianto, solo 521 domande e 23 progetti collettivi, per l’esiguità delle risorse pari a 40 milioni di euro a fronte di una richiesta complessiva per 216 milioni di euro.
La spesa relativa alla misura “Salva Frantoi”, invece, ammonta a 6 milioni di euro su una disponibilità complessiva di 35 milioni, a causa dei requisiti di accesso che non consentono alle strutture dismesse, vendute all’ester Applica o, di poter ripartire.
“La xylella va trattata alla stregua di un terremoto per le gravissime ripercussioni di natura produttiva, ambientale, economica e lavorativa – spiega il Presidente di Unaprol, David Granieri -. Occorre rendere i procedimenti fluidi e fruibili, perché il rilancio del polmone olivicolo del Paese è essenziale per la crescita di tutta l’olivicoltura italiana”.